martedì 14 aprile 2015

GEORGES SIMENON - Lettera a mia madre (ed. Adelphi)



Georges Simenon


E' il 18 aprile 1974 quando Simenon inizia questa lunga lettera indirizzata alla madre morta tre anni e mezzo prima.
Lei aveva 91 anni, lui 68 e per 50 anni sono vissuti separati.
Sin dalle prime righe si delinea un rapporto molto conflittuale con questa madre che lui non ha mai chiamato mamma e che definisce un'estranea. 
"Non ci siamo mai amati quand'eri viva - lo sai bene. Abbiamo fatto finta, tutti e due. Oggi, sono convinto che ognuno dei due avesse, dell'altro, un'immagine imprecisa".
Negli otto giorni di visite all'ospedale al capezzale della madre morente affiorano ricordi, grandi vuoti riguardanti le vicende familiari, domande senza risposta anche, e soprattutto, sul passato e sulle scelte della madre stessa.
"Ho dovuto raggiungere e superare la settantina per rendermi conto che tutto il mio passato, voglio dire quello tuo e di mio padre, così importante nella formazione della mia personalità, è come un muro bianco".
 Ultima di molti fratelli di cui è l'unica sopravvissuta ("li hai messi tutti nel sacco!") a 5 anni ha iniziato a lottare contro la povertà, lotta che con fierezza e determinazione porterà avanti tutta la vita, anche a dispetto delle sue reali condizioni economiche.
E' una donna arida Henriette, anaffettiva, capace di parole dure che feriscono
Henriette Brüll, la madre
"Che peccato, Georges, che sia stato Christian a morire"(Christian era il fratello di Simenon). E' una donna estremamente orgogliosa e determinata che una volta rimasta vedova si risposerà per ottenere la pensione di reversibilità e garantirsi così una vecchiaia relativamente tranquilla.
Ma è anche una donna gentile e disponibile - con chi non è della famiglia - che rifiuta i soldi che il figlio le manda regolarmente, ma di nascosto prepara dei sacchettini con delle monete per ognuno dei suoi nipoti.
In tutta la lettera Simenon si interroga sulle azioni e sui sentimenti della madre alternando momenti di comprensione a momenti di rabbia, per concludere:
"Ho continuato a cercare di capirti. E ho capito questo:che eri sempre stata buona [...]buona per te stessa, nel fondo di te stessa".
Lettera a mia madre

LEI

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