venerdì 1 maggio 2015

ALESSANDRO BARICCO - Emmaus (ed. Universale Economica Feltrinelli)

Questo libro mi ha molto incuriosito fin dal titolo: Emmaus.
Ho pensato, "perché Baricco si lancia in un titolo così immediatamente 'chiaro'?" il richiamo è stato troppo forte e dopo aver letto qualche altro libro e aver capito che il Baricco non si cimenta in ovvietà, il libro è stato preso e 'bruciato' (su per giù in un paio d'ore). 

Periferia - foto di Maurizio Zoldan
Abbiamo tutti sedici, diciassette anni - ma senza saperlo veramente, è l'unica età che possiamo immaginare: a stento sappiamo il passato. 


La strada per Emmaus è quella che percorrono 2 discepoli per tornare a casa dopo gli accadimenti della passione di Cristo. Durante il tragitto discutono 'animatamente' sull'accaduto, l'esperienza, la delusione e lo smarrimento di chi ha fortemente creduto e si è trovato perso, con addosso solo la morte della speranza. Ed è li che il Cristo in 'incognito' si accompagna a loro. Finché non viene riconosciuto dai 2 discepoli e svanisce, ma questa volta lasciando gioia nella notizia della resurrezione. 

La cena di Emmaus -  Caravaggio

E' un tema ricorrente in Emmaus:


[...] in un mondo in cui si spegne la luce, uscendo dalle stanze - le poltrone
 sono coperte dal cellophane, in sala.
Nel corredo della normalità d'ordinanza 
è dato irrinunciabile, il fatto che siamo cattolici - credenti e cattolici.
In realtà quella è l'anomalia, [...]  
                                                                      
                        

E solo leggere di cose così ci fa venire pruriti insopportabili e memorie di impegni improcrastinabili come portare fuori il cane.
Perché noi invece vogliamo essere quegli altri:


Alessandro Baricco
[...]in loro, padri e figli, la chimica della vita non produce formule esatte 
ma spettacolari arabeschi, [...].
Non sono morali, non sono prudenti, non hanno vergogna,
 e sono così da un sacco di tempo.[...]
Mietono indistintamente bene e male
Bruciano la memoria, e nelle ceneri leggono il loro futuro.

Questo è il libro della morte. Già la copertina la dice lunga. Eppure è pieno di vita proferendo il colpo di grazia all'ingenuità. Qui dentro c'è la vita che esce dal giardino di casa e attraversa la palude (la periferia) scopre l'altro, scopre il sesso (e fuori dal matrimonio), si tormenta di sensi di colpa inenarrabili, cerca la superiorità di un Credo di qualche natura che possa dare i segnali, i riferimenti, le indicazioni, un biglietto, un sussurro, un tremito, un istinto, un senso..... 


Si salva la necessità, di capire, di essere amati, di amare, di amarsi, di esistere come:

Alessandro Baricco
[...]corpo, nudo, come se fosse una pura forza. Nulla che avesse a che vedere con il desiderio.[...] non c'era più sesso [...] solo un'inaudita prossimità, impensabile. E questo mi parve di capire era l'unico messaggio, l'unica storia che mi era stata raccontata,[...].

In questo libro ci perdiamo nell storie di questa 'compagnia' di periferia che cresce e cambia.

Un libro 'terribile' da leggere assolutamente, scomodo e spigoloso con un linguaggio da strada che a tratti si eleva in poesia pura.

Ben fatto Baricco.


LUI






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