mercoledì 15 luglio 2015

HARUKI MURAKAMI - L'arte di correre (ed. Mondadori)

Murakami, che dire? Uno dei miei miti. Quasi mi vergogno a scrivere di lui che dichiara:


"Quando penso all'esistenza umana, a volte ho l'impressione 
di non essere altro che una zattera arenata sulla spiaggia".


Comunque sia, ormai siamo in ballo e balliamo....
Il libro, che io avrei classificato tra il saggio e la biografia, ma che lui pensa si possa catalogare nella categoria "memorie", è un diario della sua attività di maratoneta.


Sono scrupolosamente riportati tempi, chilometri, condizioni atmosferiche e anche contrattempi, i dolori fisici e gli infortuni durante gli allenamenti e le gare a cui ha partecipato (dalla maratona di Boston a quella di New York, dalle gare di triathlon all' ultramaratona).
Che noia, si potrebbe pensare. E invece no! Ogni volta che smettevo non vedevo l'ora di ricominciare.
Parlando della corsa Murakami parla di se stesso e del suo carattere e paragona l'impegno dell'allenamento all'impegno dello scrivere.
Un corridore non professionista ad ogni gara si prefigge un obiettivo ed è contento se riesce a raggiungerlo. La stessa cosa per lui avviene per la scrittura.


"Ciò che conta più di ogni altra cosa, è che l'opera compiuta corrisponda ai criteri che lo scrittore stesso ha stabilito, e in questa valutazione non gli sarà facile barare".

Così lo scrivere un libro diventa come correre una maratona, cioè rispondere a un preciso stimolo interiore prescindendo dal giudizio degli altri. L'allenamento per la corsa diventa l'allenamento per lo scrivere un libro, perché oltre al talento, le doti più importanti per uno scrittore sono la concentrazione e la perseveranza.
E di perseveranza per correre chilometri tutti i giorni a prescindere dal tempo e dalle stagioni ce ne vuole!
A volte Murakami racconta molto discretamente ("io sono timido") qualcosa di sé, di quando aveva il locale con musica jazz a Tokyo, del suo amore per la solitudine (anche la scelta della corsa ne è un aspetto, in genere si corre da soli), della sua caparbietà nel perseguire un obiettivo - qualsiasi esso sia - e dello stupore per la perdita della giovinezza e l'avvicinarsi della vecchiaia.


"Per me invecchiare è un'esperienza nuova, e anche 
il sentimento che provo è una novità".

E' un libro che ho letto tutto d'un fiato e sapete qual è il risultato finale? Ho iniziato a correre.
Grazie Haruki

"Se mai ci sarà un epitaffio sulla mia tomba, e se posso sceglierlo io, 
vorrei che venissero scolpite queste parole:

Murakami Haruki
Scrittore (e maratoneta)
1949 - 20**
Se non altro fino alla fine non ho camminato.

Al momento è tutto ciò che spero".





P.S. In realtà tutto questo è stato letto e scritto tra una dieta e l'altra e non in questi giorni.
Questo per chiarezza e per non perdere il filo con le cose che vi racconterò nei prossimi giorni.

LEI

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