giovedì 16 giugno 2016

Come funziona la musica - David Byrne

David Byrne co-fondatore dei Talkin head

In questo post vi racconto di un libro illuminante. Sia che la materia in questione rappresenti una passione, sia qualcosa in più ( o anche in meno) troverete Come funziona la musica di David Byrne fresco, attuale, polemico e lucidissimo. 

Il libro si pone a metà tra biografia, sociologia, saggistica, manuale di marketing e prontuario di sopravvivenza per musicisti sognatori. 

Ma vediamo cosa c'è dentro:

Vita e musica


La premessa fondante il libro di David è che la musica non si da in sé come qualcosa di assoluto.

La tecnologia plasma la musica
E' un'esperienza effimera ma reale, capace di profondi cambiamenti. Eppure sfugge, non la puoi toccare e quando la fai non rimane molto, al massimo un supporto o un file digitale. Allora la posizione dell'autore : la musica è un fenomeno complesso, incrocio dell'ambiente sociale in cui si genera, dell'ambiente in cui viene eseguita e del modo in cui viene recepita da un pubblico.
Tanto che si può dire che la musica non fa il club o il teatro ma esattamente l'opposto. Abbiamo musica per stadio, per teatro, per chiesa e per salotto (chi ne ha ancora uno).

Abbiamo anche musica da cuffia, da supermercato, da auto, da video su YouTube e il resto è solo da immaginare. 

Il primo capitolo si intitola "la creazione alla rovescia" e rende perfettamente l'idea di cui sopra. Ne risulta una creatività che è arte dell'adattamento al contesto in cui viviamo. In questa analisi non mancano dettagli ed esempi ma vi rimando al libro che si racconta con ironia ispirazione e determinazione.

Planofono -  L. Bianchini e M. Lupone
Non possiamo non tenere da conto le innumerevoli tecnologie che veicolano la musica e ne modificano la fruizione in pubblico e in privato e a questo proposito Byrne dedica ben 2 capitoli del libro tracciando una commovente storia del '900 nelle sue scoperte scientifiche e commerciali (ho trovato personalmente molto divertente che agli albori di questa tecnologia, negli USA abbiano tentato di chiedere un indennizzo per i musicisti sostituiti dal sintetizzatore proprio quando Nikki Sixx e Trent Reznor si scagliano contro YouTube per l'ennesima guerra del copyright).


Sociologia

Ci hanno provato un po' tutti ad appioppare ad ogni musica il suo ascoltatore, primo tra tutti Theodor Adorno nel suo "Introduzione alla Sociologia della musica". 
Senza annoiarvi troppo: in Adorno il pop o in generale quello che non è musica d'arte è una specie di masturbazione per addetti alla produzione nell'ingranaggio di massa che la società propone, per David Byrne un brano o una composizione è prima di tutto qualcosa che "funziona".


Theodor Adorno
Potrei essere d'accordo con Adorno sulle ultime hit di autori come Gigi D'alessio (è divertente poterlo dire ve lo giuro) tuttavia David Byrne, con la conoscenza di chi ha affrontato l'argomento criticamente e in profondità pone alcune domande.

La prima non troppo immediata è: ma chi ha messo quell'artista in quella vetrina? A chi ne viene in tasca? 


Insomma come funziona la musica, no?


Si profila, a detta dell'autore, una politica dell'industria culturale che se non esiste davvero (un po' complottista) viviamo tuttavia in una situazione di "come se...".


Il pericolo è di uccidere l'amatorialità (sembra pazzesco ma l'ho trovato realistico nel ragionamento). Lo scenario è diviso tra super professionisti alienati e cantanti da doccia che non riusciranno ad esibirsi. Niente gente brava ma non professionista, niente individualità originale, o fai la cover band o chissene tanto fai schifo.


Nessuno è veramente contento...

Tema complesso che potrebbe essere oggetto di un altro post. 

Ma passiamo alle cose pragmatiche.

Marketing


Finalmente ho letto una cosa chiara e comprensibile.

Ci tengo a dirvelo.


Il marketing ormai è una specie di religione e forse dobbiamo a questo il suo ermetismo, eppure quello che Byrne dice in questo libro l'ho capito.

In breve l'artista è diviso tra vecchi dinosauri in via d'estinzione (case discografiche) e fai da te totale passando per le nuove tecnologie di distribuzione (es. il licensing) da cui procedono 6 scenari che è possibile ibridare per trovare la propria soluzione di mercato.
Come funziona la musica - David Byrne

Consiglio importante: non puntare solo sulla musica (David Byrne ci ricorda in questo punto che abbiamo in mano un libro e che ne ha scritti altri oltre ad aver diretto alcuni film-documentario).

Situazione complessa, risposta complessa tuttavia l'autore identifica nello scenario grandi possibilità a patto di tentare qualcosa di nuovo.


Si evidenzia la consapevolezza dei budget di realizzazione dei propri progetti per non fare buchi clamorosi. Fine del sesso droga e rock n' roll, la situazione ricorda più da vicino la progettazione da ingegnere sociale che non il mito della rockstar. 


A mio giudizio un capitolo fantastico. Se siete indecisi sull'acquisto di come funziona la musica questo capitolo vale da solo il costo del libro.



Conclusioni


A parte gli aneddoti, la storia, la sociologia, il marketing, gli happening di John Luther Adams, il teatro giapponese (si c'è anche quello) e le chitarre distorte dei sunn o))),il libro di David Byrne Come funziona la musica vanta una bibliografia di riferimento di tutto rispetto (cito ad esempio massa e potere di Elias Canetti).

Le più recenti tematiche inerenti il sistema dei valori culturali, i processi compositivi, commerciali, le dissertazioni su cosa sia la musica stessa e come i ruoli musicali si stiano muovendo nella storia, rendono la lettura appassionante mai scontata e nutriente quanto basta.

Vi saluto con una foto dello storico locale che ha visto nascere i Talkin heads e con il loro brano di esordio.

A voi l'esercizio di immaginazione





Palco del CBGB. Pic by Joseph O. Holmes
LUI
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