venerdì 24 agosto 2018

Scrivere bene - William Zinsser

William Zinsser nel 1974,
 anno in cui scrisse "scrivere bene"
http://www.williamzinsserwriter.com
Le idee sono come una buona grappa, maturano nel testo. O almeno questo dovrebbe accadere in un buon libro. E si sa che gli spiriti di qualità non guastano lo stomaco. Quando un libro "guasta" potete appoggiarlo su uno scaffale - Dio benedica il book-crossing - e optare per una birra. 
Proverò ad applicare - ma non sono sicuro di riuscirci in modo elegante - ciò che ho letto in scrivere bene di William Zinsser. E' veramente la bibbia dello scrittore se anche voi come me siete degli irriducibili ingarbugliatori. Persino il mobile Ikea può diventare un problema maledettamente serio se disponete di una mente perversa come la mia, e dato che uno scrittore - almeno da supermarket di fascia media - non lascia niente al caso, ora vi spiegherò perché e come questo libro mi ha aiutato.


Cosa vi serve per scrivere bene

La prima volta che ho aperto il libro, la voce di Zinsser nella mia testa proclamava a favore di semplicità e potatura del superfluo, che "stroppia" sempre. A questo punto il fastidio mi ha assediato,  mi rendevo conto che stava parlando anche di me. E' finita, mi ha scoperto. Quindi ho cominciato a leggere con l'interesse che montava di pagina in pagina. 
Ma come fare a semplificare?
La prima tecnica di revisione prevede l'uso di parentesi - che diventeranno mentali con un po' di esercizio - utili a stroncare senza rimorsi tutto ciò che di superfluo stiamo scrivendo. Alla prima stesura parliamo dell'85% del materiale, ridondante e incredibilmente noioso. Quello che veramente volete dire si può dire facilmente in una frase e senza costruzioni barocche. Semplicemente non funziona, buttatelo.



La seconda tecnica consiste nell'eliminare definitivamente dal testo parole inutilmente ridondanti come "personale" che significa "suo/a" (il medico personale --> il suo medico), o come "al momento" o "a questo punto"   che significa "ora" (al momento percepiamo delle precipitazioni --> sta piovendo), verbi come "percepire", "parametrizzare", "interfacciarsi con" e molte altre che fanno finta di suonare bene pompando il nulla - penso all'operatore ecologico e ad altre bigotterie -  nascoste dietro una presunzione di correttezza. La vostra amica non è simpatica, è una cozza, fatevene una ragione.


Scrivere bene organizzando l'attenzione del lettore

Ho fatto tesoro di un altro accorgimento che sto utilizzando: avere chiaro chi parla a chi. Intendo dire che questo post è organizzato su "io" che parlo con "voi" e l'unità va mantenuta dall'introduzione alla conclusione. Pena per il mancato rispetto dell'unità? Noia e confusione. 

L'uso di verbi attivi spinge la frase. Per la stessa frase l'essere stata costruita con periodi lunghi, verbi passivi, a cui sono congiuntamente presentati avverbi inutilmente ridondanti e paroloni astratti, rende manifestamente evidente la prolissità cui consegue irritazione da parte del lettore ormai esausto. ;-)

Fate frasi semplici, con costruzioni attive che slanciano la lettura. Pochi nomi e verbi scelti con cura che vi permettono di risparmiare avverbi.
Concorre alla riuscita dell'articolo anche il ritmo delle frasi. Variate la lunghezza delle frasi e aiuterete il lettore a non dare scossoni alla sua cervicale addormentandosi tra una riga e l'altra. E' già abbastanza provato da tutti i vari "devices" e la sua attenzione necessita di cure particolari. Provate a farlo. Ora.
Per scrivere bene, la forma di un testo deve rispettare l'unità e coerenza. I paragrafi dovrebbero dimostrare identità mentre organizzano un percorso narrativo. 
Ho (personalmente ahahaha) apprezzato  anche la dritta di William Zinsser sull'uso dei capoversi. Se li dividete bene il testo è arioso. Leggere così è un piacere. Non come quei muri di testo che trovo in un esercito di saggi duri e puri. Fate provare piacere al lettore e divertitevi. 
L'introduzione del vostro testo dovrebbe essere accattivante ma non esagerata e la conclusione inaspettata ma naturale: il consiglio è "quando dovete fermarvi cercate l'uscita più vicina e fatelo".


Scrivere bene e "gli altri"

Dovete scrivere senza menate, non potete piacere a tutti. Evitate la paura di non essere apprezzati e potrete scrivere con la vostra voce impressionando con naturalezza il lettore. 
Se non siete professionisti dovreste poter sfuggire la "tirannia del prodotto finale", l'ansia da prestazione che coglie lo scrittore a tutti i livelli. 
Il punto è che quando non ve ne frega niente scrivete meglio - questo potete constatarlo in tutto quello che fate - ma non vuol dire arrendersi alla sciatteria mettendoci poca cura. Semplicemente eliminate l'ansia.


Scrivere bene e noi

L'obiettivo della scrittura è solo e soltanto lo scrittore, il libro è un pretesto per raccontarvi e creare un legame tra voi e i lettori. Questo è anche il motivo per cui scriviamo i nostri migliori articoli quando conosciamo bene gli argomenti trattati. 
Ho comprato "Scrivere bene" di William Zinsser in preda alla paranoia. L'ho fatto perché - grazie al titolo che infonde sicurezza -  credevo mi avrebbe slacciato il cervello. Leggendo supplicavo mentalmente lo spirito di Zinsser infuso nel libro di tirarmi fuori da questo modo di pensare aggrovigliato, stupido e pesante. Non so se il miracolo è accaduto, ma qualcosa si. "Scrivere bene" è un libro sulla libertà di scrivere. Magari senza farlo a sproposito, (quasi) mai.


Lui
firma

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